‘Da Savini a Brindisi, quando la casa è un museo'. È questo il titolo della conferenza che si è tenuta venerdì scorso alla Casa museo ‘Renzo Savini', dedicata alla Casa museo ‘Remo Brindisi' di Lido di Spina. Invitati dell'organizzatrice Benedetta Savini sono stati il Servizio patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, e le amministrazioni dei Comuni di Bologna e Comacchio. Presenti per quest'ultima, l'assessore alla cultura Emanuele Mari e la direttrice della Casa museo ‘Brindisi' Laura Ruffoni che hanno accolto la proposta di sodalizio culturale tra le due strutture museali. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Nicoletta Barberini Mengoli. La dottoressa Ruffoni ha riassunto la storia della Casa Museo di Lido di Spina, ideata nel 1968 dal maestro Remo Brindisi e dall'architetto milanese Nanda Vigo, allieva di Gio Ponti ed esponente del modernismo, e terminata nel 1973. "Il maestro Brindisi - ha dichiarato Ruffoni - concepiva la struttura come un museo alternativo aperto al pubblico ove tutti potessero gratuitamente fruire delle opere pittoriche, scultoree e di design esposte, frutto di propri lavori e di collezioni. Con la scomparsa del maestro nel 1996 ed il lascito testamentario al Comune di Comacchio, quest'ultimo ha avviato un percorso non facile di gestione, valorizzazione e promozione della struttura".
L'assessore Emanuele Mari, interpellato sulla ristrutturazione del museo di fine anni Novanta, a cui egli stesso (allora giovane architetto) partecipò, ha riferito che "dovendo intervenire su un'opera di così alto pregio, ci avvalemmo della consulenza della progettista originaria, architetto Nanda Vigo, di cui ricordo con piacere lo spirito di collaborazione e l'educazione d'altri tempi. Limiti economici non consentirono all'allora amministrazione d'investire su una ristrutturazione integrale".
Valerio Franzoni