CASA MUSEO RENZO SAVINI
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Storia

La storia

Osservando la collezione di Renzo Savini ci si allontana dall'idea dell'archivio metodologico e analitico. Uomo colto, di formazione classica, studia prima al liceo classico presso lo storico Collegio "Alla Querce" a Firenze, si diploma quindi alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di Bologna dove incontra Nina de Beni, studentessa della facoltà di Agraria, che poi sposerà.

 

La sua attività quotidiana di professionista e di padre di famiglia è stata costantemente caratterizzata da un fare artistico puntiglioso con una personalissima metodologia. Una ricerca attenta che, iniziata negli anni Sessanta, si conclude con la scomparsa del suo protagonista nel 2018.

 

L'artefice della nostra raccolta sapeva discernere le forme astratte. Un singolo sasso in silicio era al suo sguardo un microcosmo dove lui coglieva segni e forme del macrocosmo. L'energia insita in queste pietre veniva da lui risaltata con una vera messa in scena nella disposizione stessa, la natura diveniva così artificio come nelle scenografie effimere del tardo Rinascimento.

 

Pietre in dialogo e in tensione tra esse stesse e con lo spazio.

 

Tratto dal testo di Maria Katia Tufano

Storie della Famiglia

Renzo Savini, nato a Bagnacavallo, Ravenna, il 19 settembre 1931. Umanista di formazione classica, ha frequentato l'esclusivo Collegio La Quercie, laureandosi poi in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Bologna. Qui incontra Nina de Beni, nata a Molinella (BO) il 07 dicembre 1936, unica figlia del noto Genetista dott. Umberto de Beni.
Il dott. de Beni nacque a Verona e laureatosi nel 1928 presso l'Istituto Superiore di Agraria di Milano, passò subito a dirigere importanti aziende agricole distinguendosi per la sua abilità professionale. Diresse le ampie proprietà agrarie di famiglia, tramandate da generazioni sulle fertili colline del Lago di Garda. Fu Sindaco nell'immediato dopoguerra, come lo furono il padre ed il nonno, fece anche parte della presidenza della Federazione Italiana dei Cacciatori. Del dott. de Beni va ricordato il fratello Benedetto che nacque nel 1903, si laureò in Ingegneria, venne poi richiamato alle armi come Capitano di Artiglieria da montagna e nel 1942 fu con il contingente italiano a Voroshilovgrad in Ucraina. Si spense il 26 gennaio 1966.
L'8 settembre riceverà, postumo, da Yad Vashem il riconoscimento di "Giusto tra le Nazioni".
Umberto de Beni dal 1930, sino alla fine della guerra, tenne la direzione e l'amministrazione dell'Azienda conte Mazzotti di Molinella (1.170 ha) ove attuò, tra l'altro, una importante opera di bonifica idraulica ed agraria che ottenne riconoscimenti e premi nazionali. Dal 1947 il dott. de Beni passò a dirigere la Società Produttori Sementi di Bologna fondata nel 1911 dal prof. Francesco Todaro, sotto l'egida della Cassa di Risparmio di Bologna, col precipuo scopo di incrementare gli studi per il miglioramento delle sementi e delle piante della grande coltura. È sotto la direzione del dott. de Beni che nacquero la varietà di frumento S. Giorgio affidata agli agricoltori per oltre 30 anni, e le recenti costituzioni delle più note varietà Argelato e Irnerio. Anche nel campo del riso egli ottenne pubblici riconoscimenti per la costituzione della varietà Balilla Grana Grossa (produzione 130 q.li per ha). Nel 1956 ottenne anche il 1° premio al Concorso Nazionale fra gli Inventori, ma quello che più spicca fra le innumeri benemerenze è stato il raro Premio Nazionale Agricoltura, medaglia d'oro, avuto a Verona nell'anno 1969 unito al premio Todaro e gran targa d'oro.
Nina de Beni è stata ricercatrice di Patologia Vegetale presso l'Università degli Studi di Bologna nonché Collaboratrice del Prof. Gabriele Goidanich, ha pubblicato diversi studi ed ha contribuito alla stesura del "Manuale dell'Agronomo".
Per cinquant'anni ha affiancato il marito nel catalogare e raccogliere con rigore ed estro oggetti inusuali, appartenenti ad ogni epoca.
Nina si spegne prematuramente all'età di 65 anni il 21 agosto 2001, circondata dall'affetto del marito e delle tre figlie Benedetta, Costanza e Lavinia.
Renzo Savini, collezionista ed artista, anticipava i tempi per la sua altissima sensibilità, con sommo gusto ed ingegno sapeva cercare, accostare elementi, dando vita ad "opere d'arte" costruite da "opere d'arte", ovvero "l'Arte nell'Arte".
Il Padrone di casa, "mente eclettica", uomo di grandissima cultura, aveva la compulsione per il collezionismo e al contempo amava vedere le forme astratte che in natura si esprimono, come.. pietre di grande volume, sassi e frammenti di.. tanto altro. In essi vedeva e con essi esprimeva "l'inesprimibile", spesso queste forme venivano posizionate in bilico quasi a dare la sensazione di cascare addosso allo spettatore, oppure, altre volte, sembravano affiorare direttamente dalla terra. Vasi sospesi nel vuoto, forme incastonate nelle pareti, così creando una commistione di materiali, di contrasti ed accostamenti tra gli oggetti, tra le ombre infinite da essi prodotte ed infine contrasti tra le epoche da essi stessi rappresentati.
Anticipava i tempi per il gusto eclettico con cui sapeva accostare gli elementi, rompendo gli schemi e le convenzioni, la sua era "l'Arte nell'Arte", cioè l'unione di elementi da lui stesso raccolti, quasi in maniera spasmodica.
Questi accostamenti avvenivano con una meticolosità ed una puntualità eccellenti, soprattutto nel fedele utilizzo dei materiali di supporto, per esempio chiodi di cornici o vetri spesso coevi al dipinto sul quale aveva posto l'interesse. Stoffe, rasi e broccati coerenti con l'epoca delle opere a cui venivano applicati.
Il suo lavoro creativo spaziava dalla scultura su legno alle cornici, alle tele, dalle sculture di terracotta alle ceramiche ed alle maioliche. Era, altresì, soprattutto un collezionista di curiosità, dai bastoni di passeggio ai burattini, dai giocattoli alle sculture lignee, dalle maioliche emiliane, dalle specchiere dorate alle incisioni, alle gigantesche scenografie teatrali.., ogni singolo oggetto rappresentava un frammento della sua vita e dei momenti da cui essa era scandita.
L'assemblaggio degli elementi invece rappresenta l'espressione massima dell'Uomo/Artista, del suo temperamento, della sua creatività, del suo gusto e della sua raffinata conoscenza e cultura, della sua genialità.